“Come un albero”.
“Come un albero, il mio corpo è forte”, “come un albero, il mio corpo sta crescendo” e “come un albero, il mio corpo è unico”.
Proseguendo il percorso iniziato a dicembre, questi laboratori di arte terapia portano nuovamente l’attenzione sul corpo delle donne. C’è la volontà e il desiderio di acquisire una maggiore consapevolezza, amore e rispetto verso la nostra parte somatica.
Attraverso il simbolismo dell’albero come corpo e del corpo come albero, andremo ad esplorare i vissuti e le sensazioni legate all’unicità dei nostri corpi fisici.
Gli elementi ambientali (alberi, grotte, montagne, sorgenti, pietre) emergono da un universo puramente naturale che ci fa accedere alla geografia del “sacro” attraverso la quale, in ogni cultura e tempo, avviene l’incontro con la divinità. L’albero, simbolo di eterna rinascita, di immortalità che collega cielo e terra, sin dall’inizio dei tempi viene considerato rappresentazione dell’universo ciclico, che tiene insieme il mondo sotterraneo attraverso le sue radici, quello di mezzo, nello sviluppo del tronco e dei primi rami, e quello celeste, tramite la chioma attratta dal sole. Giocando sulla metafora dell’albero come corpo e del corpo come albero andiamo ad incontrare la nostra “geografia mitica”. L’albero tiene insieme, è un centro che supera il concetto geometrico-spaziale e diventa punto di convergenza sacro e simbolico in cui il sotto e il sopra, il dentro e il fuori, il cielo e la terra vengono superati e riassunti in un’unica intuizione poetica.
Se poniamo a confronto l’essere umano e il vegetale, si nota come l’uno sia la proiezione speculare rovesciata dell’altro. Rispetto alla pianta, l’uomo ha compiuto una rotazione di 180°: alla testa corrisponde la radice della pianta. Testa e radice sono infatti le parti più dure dell’intero organismo, le più mineralizzate. Così come la pianta dalla radice percepisce la qualità del terreno e compenetra i processi salini, analogicamente l’essere umano dalla testa e dagli organi di senso, percepisce e compenetra l’ambiente che lo circonda.
E mentre la pianta, inserendo la sua radice nella terra, si immedesima con la forza di gravità, l’essere umano invece se ne distacca, muovendosi verso l’alto. Naso come radice, trachea ed esofago come tronco, bronchi e polmoni come chioma: l’apparato respiratorio è davvero molto simile a un albero rovesciato. Non può lasciarci indifferenti nemmeno un’altra significativa complementarietà: piante e esseri umani respirano l’uno per l’altro, ovvero l’uomo inspira quello che l’albero espira e viceversa.
Ossigeno e CO2. Ognuno fornisce all’altro la sostanza fondamentale per vivere. Si chiama cessione reciproca, mutuo sostegno. Scambio.
Un legame forte quello tra noi e le piante, no? Tutto ciò parla di un “patto” che non dovremmo dimenticare. Per me l’albero rappresenta il contatto con la Natura, il Suo Corpo, la connessione con la mia natura, il mio corpo. Il ricordo dei miei ritmi e tempi naturali, la scoperta che non sono tanto lontani da quelli che mi circondano e di cui sono parte.
Prendendo spunto dal progetto Love Your Tree, studiato per aiutare a sviluppare un’immagine corporea positiva e migliorare le capacità di alfabetizzazione sulla bellezza, andremo a stimolare creativamente una relazione sana con se stesse per sentirsi a proprio agio con il proprio corpo. “Come un albero, il mio corpo è forte”, “come un albero, il mio corpo sta crescendo” e “come un albero, il mio corpo è unico”. L’arteterapia è uno strumento potente. Rende più facile esprimersi e funge da rete di sicurezza per coloro che non si sentono a proprio agio nel comunicare i propri sentimenti in modo verbale.
In particolare ci rivolgiamo alle donne dalle scuole secondarie in poi, che abbiano voglia di esplorare il loro sentire su questo tema attraverso lo strumento dell’arteterapia.
In particolare vogliamo:
- Riappropriarsi di una consapevolezza corporea maggiore e incrementare l’accettazione delle proprie e altrui caratteristiche.
Gli obiettivi primari di questo percorso includono:
- Consapevolezza
- Accettazione
- Non giudizio