Diario di Arteterpia.
Questo percorso laboratoriale è stato progettato per un piccolo gruppo di bambini dai 6 ai 9 anni con disabilità residenti nel territorio di Cervia e zone limitrofe con l’obiettivo di svolgere attività che stimolassero lo sviluppo dell’intersoggettività e della socializzazione.
Il percorso è condotto da Chiara Baldassarri ArteTerapeuta ad indirizzo psicodinamico.
Gli obiettivi.
L’arteterapia nasce con l’obiettivo di stimolare, attraverso l’utilizzo di materiali artistici, la consapevolezza delle proprie emozioni, la percezione dell’altro da sé e la scoperta di modi originali e creativi di espressione. In Arteterapia, ad esempio, l’utilizzo mirato e graduale di materiali artistici adeguati, permette di aiutare il soggetto a nominare e integrare anche le esperienze più negative, per trovare un modo più funzionale di collocarle nell’intero dei propri vissuti. Il laboratorio di arteterapia facilita, attraverso l’uso dei materiali artistici, in un setting protetto, l’auto espressione, la riflessione, il cambiamento e la crescita personale.
Il Percorso d’Arté per bambini con disabilità.
Il percorso si è svolto presso la sede dell’Associazione Fattore D di Cervia ed è stato connotato da attività volte ad indagare i propri vissuti emotivi e le relazioni con “altro da sè” all’interno di una componente gruppale. L’arteterapeuta ha potuto osservare le dinamiche relazionali che ciascun bimbo portava nel gruppo creando una visione d’insieme per meglio elaborare e restituire i vissuti che mano a mano emergevano.
Alcune osservazioni.
Durante i primi incontri caratterizzati da attività motorie e artistiche, i bimbi hanno sperimentato uno spazio proprio, in cui potersi riconoscere, sentirsi protetti e accolti in cui, letteralmente, far nascere, storie e personaggi che parlano di loro stessi e del loro particolarissimo modo di entrare in relazione con l’altro da sè. L’obiettivo è stato quello di offrire un setting in cui ogni bimbo potesse, partendo dalla sperimentazione e dall’individuazione del proprio spazio e dei propri confini, riuscire a modulare e creare modalità di interazione con l’altro da sé attraverso l’utilizzo di diversi materiali artistici. Inoltre la sperimentazione delle qualità dei materiali (duro/morbido, leggero/pesante,
liscio/ruvido etc) ha permesso di facilitare la sperimentazione di queste qualità con il proprio corpo e trasformarle in movimenti e gesti.
L’utilizzo del movimento corporeo ha permesso, attraverso l’osservazione degli aspetti non verbali, dei ritmi psicofisici, delle posture come delle forme corporee che riflettono le personali modalità di essere e di agire nel mondo, di fare esperienza di sè, per iniziare quel difficile processo che per questi bimbi così speciali non è affatto semplice: la consapevolezza di sé e di sé all’interno della
relazione con l’altro.
A tale proposito la creazione di personaggi e pupazzi ha dato modo ad ogni bimbo di iniziare un gioco simbolico che ha avuto inizio da uno spazio intimo e personale abitato con tutto il corpo e simbolo del personale modo di viversi e relazionarsi con il mondo esterno. I bambini hanno potuto dare forma a creazioni ed esperienze che permettessero loro di mettersi alla ricerca di un proprio modo di relazionarsi con gli altri potendo fare esperienza dell’altro non solo a livello funzionale e di uno spazio per sé (contenitivo e accogliente) e al tempo stesso cercare le connessioni migliorando le relazioni e le dinamiche con i pari e con l’adulto di riferimento. Infine hanno potuto creare una narrazione che riuscisse a contenere l’urgenza di progettare, manipolare, costruire una realtà in cui
loro possano giocare a “sentirsi creatori”.
Questa modalità ha ampliato le esperienze sensoriali del bambino e facilitato un’esperienza più autentica con il proprio corpo nello spazio circostante, armonizzando la ricerca di connessioni interne ed esterne.
Nelle prime sedute abbiamo cercato di facilitare l’esplorazione di un proprio spazio, dando modo di sentirsi accolti all’interno del setting. All’inizio abbiamo scelto di lavorare sul tema della tana con lo scopo sia di riconoscere e disegnare lo spazio transizionale. Il percorso è stato modellato sulle caratteristiche del gruppo, avendo come focus la relazione e la comunicazione nel gruppo e
l’espressione dei vissuti e delle tensioni anche negative, frustranti a volte, del singolo partecipante. I bambini hanno potuto regolare alcuni comportamenti mediante l’intervento del terapeuta a supporto delle relazioni con gli altri e stati più sregolati di sé mediante l’intervento più empatico direttamente
con l’altro bambino presente nel gruppo.
Testo a cura di Chiara Baldassarri (nel rispetto della normativa sulla privacy).